
C’era una volta l’ISVAP. Di cosa parliamo? Dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo istituito in Italia nel 1982. Autorità indipendente.
Quali i compiti dell’ISVAP?
- VIGILARE sulle imprese nazionali e estere che esercitano attività di assicurazione e riassicurazione in qualsiasi ramo e forma
- RILASCIARE autorizzazioni alle imprese per l’esercizio dell’attività assicurativa
- EMANARE i provvedimenti ritenuti utili o necessari a tutela delle imprese e degli utenti
- SVOLGERE attività di segnalazione e proposta nei confronti del Parlamento e del Governo nell’ambito delle proprie competenze
- COMPIERE ispezioni e indagini di altra natura presso le imprese e gli intermediari assicurativi
- STABILIRE regole finalizzate a garantire la correttezza dei comportamenti degli operatori e il rispetto delle norme
- ADOTTARE sanzioni e misure repressive o ne propone l’adozione al Ministro delle Attività produttive
- ESAMINARE i reclami presentati dagli utenti e dai consumatori nei confronti delle imprese vigilate
- ELABORARE studi e ricerche sul mercato assicurativo nazionale e internazionale
Poi fu la volta dell’IVASS.
L’ISVAP è stata sostituita con l’IVASS, con la legge 7 agosto n.135 2012. L’IVASS ha assorbito le stesse funzioni, rinnovando e migliorandone altre.
Non solo Rc auto ma tutto il settore assicurativo che è strettamente connesso a quello bancario. La normativa che ha inserito l’IVASS in sostituzione dell’ISVAP, ha introdotto una nuova formula di governo, integrata parzialmente con quella della Banca d’Italia. Lo scopo è quello di assicurare la piena integrazione dell’attività di vigilanza assicurativa e della vigilanza bancaria.
La vigilanza sulle imprese di assicurazione, i controlli patrimoniali sulle assicurazioni, la tenuta del RUI (registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi), gli accertamenti ispettivi, la vigilanza sugli stessi intermediari, l’accertamento delle condotte illecite, un Contact Center per i consumatori, la cura delle relazioni con le associazioni dei consumatori, le misure di vigilanza, le lettere al mercato ed un bollettino mensile. Insomma, sulla carta, una maggiore attenzione al consumatore.
Come possiamo vigilare sull’attività di vigilanza?
Il Bollettino di Vigilanza, pubblicato mensilmente sul sito dell’IVASS, riporta i principali provvedimenti di carattere normativo, amministrativo e sanzionatorio adottati nello svolgimento dell’attività istituzionale. Il Bollettino comprende anche una sintesi dei principali atti comunitari di interesse per il settore assicurativo
Il più recente bollettino “di guerra” Bollettino di Vigilanza – Anno VIII – N. 10 – Ottobre 2020 reca una “Appendice provvedimenti sanzionatori” così come pure il n.9. Scorrendo il numero e la tipologia delle sanzioni irrogate troviamo i nomi delle compagnie assicurative sanzionante e le motivazioni che hanno indotto Ivass a tali provvedimenti.
Possiamo conoscere il numero dei reclami pervenuti ad IVASS?
Si tratta di un dato non trascurabile. Ebbene sì. Abbiamo una sezione apposita dedicata alle statistiche sui reclami sulla base dei dati semestrali. Scopriamo così che il totale dei reclami pervenuti ad Ivass nel solo secondo semestre del 2020 è pari, per le imprese assicurative italiane a: 14.297 reclami. Di questi UnipolSai Spa, ad esempio, vanta ben 2133 reclami, Generali 1025 mentre l’Allianz è a quota 804, Intesa San Paolo 759, Poste Assicura 679, Cattolica 451, Reale Mutua 396, Vittoria 214, Axa 328, Itas 201, Zurich 142. Una micro classifica rispetto alle ben 81 compagnie oggetto di reclami. E questo per quanto riguarda i rami danni, con esclusione dell’RC auto.
La classifica Rc auto.
Veniamo alla sola Rc auto. 19.005 reclami alle sole compagnie italiane. Di questi ben 5265 alla sola UnipolSai. Quindi abbiamo:
5265 UnipolSai
2051 Genialloyd
1304 Allianz
1174 Generali
992 Vittoria
969 Axa
881 Admiral
836 Genertel
787 Cattolica
525 Zurich
521 Sara
520 Linear
492 Reale Mutua
298 Quixa
287 Intesa San Paolo
203 Itas
134 Hdi
Insomma UnipolSai stravince. Ma il premio lo ha guadagnato comunque a scapito nostro.
Sarebbe poi interessante conoscere il numero complessivo delle richieste di risarcimento danni e confrontarle con il numero dei reclami e dei contenziosi avviati.
Quali sono i punti di riferimento che Ivass adotta nel comminare le sanzioni?
Il Regolamento Ivass n. 39 del 2.8.2018 ha stabilito le regole di irrogazione delle sanzioni amministrative e le disposizioni attuative in base alle modifiche apportate al titolo XVIII del Codice della assicurazioni private (Cap) dal d.lgs. 21.5.2018, n.68, in attuazione della ormai famosa direttiva UE 2016/97 sulla distribuzione assicurativa (Idd), nonché dal d.lgs. 25.5.2017, n.90 che ha modificato e integrato a sua volta il d.lgs. 21.11.2007, n.231 in materia di “prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo”.
Tra le importanti modifiche del Cap in materia di sanzioni e di procedimenti sanzionatori, che hanno profondamente inciso sul contenuto del titolo XVIII, certamente degna di nota è l’introduzione dell’articolo 311-bis, che sancisce il principio della rilevanza dell’infrazione, come anche la punibilità diretta delle persone fisiche esponenti dell’impresa di assicurazione e delle società di intermediazione di cui all’articolo 311 sexies. Sono altresì aumentate le sanzioni afflittive, e introdotte sanzioni diverse da quelle solo pecuniarie (interdizione temporanea, ordine di porre fine alla violazione) e unificato il procedimento sanzionatorio pecuniario e disciplinare per le medesime fattispecie, con competenza devoluta al Collegio di garanzia, istituito presso l’Ivass.
Rivolgersi ad IVASS come, quando e perché.
È lo stesso Codice delle assicurazioni a prevederlo espressamente con l’art. 7: “le persone fisiche e giuridiche, nonché le associazioni riconosciute per la rappresentanza degli interessi dei consumatori” possano proporre un reclamo all’IVASS affinchè venga accertata l’osservanza delle disposizioni, specificando che la procedura nel dettaglio è prevista da un apposito regolamento. Si tratta del regolamento n. 24 del 19 maggio 2008, emanato dall’ISVAP (oggi IVASS), il quale prevede che prima di rivolgersi all’IVASS l’assicurato debba necessariamente prendere contatto con la compagnia di assicurazioni, la quale adotta “una politica di gestione dei reclami, approvata e rivista almeno annualmente dall’organo amministrativo, ispirata all’equo trattamento degli assicurati, dei contraenti, dei beneficiari e dei danneggiati, tesa a garantire la corretta e tempestiva gestione dei reclami” (art. 7bis).
Dunque primo passo dinanzi ad una irregolarità nella gestione del sinistro, che non riguardi il merito della pretesa risarcitoria (ad esempio la misura della responsabilità applicabile) è inoltrare un reclamo alla compagnia assicurativa. Se entro 45 giorni non dovesse arrivare un riscontro o se tale riscontro risultasse insoddisfacente, può essere inoltrato un reclamo ad Ivass. Sarà così aperto un fascicolo. Ivass ne darà comunicazione e la compagnia potrà replicare nel termine di 45 giorni dandone comunicazione al reclamante.
Se l’IVASS ravviserà una violazione delle norme da parte della compagnia, avvierà un procedimento sanzionatorio, dandone notizia nel bollettino periodico e nel proprio sito internet.
Dunque non riceveremo un dettaglio dell’esito. Come essere sicuri che la gestione del reclamo sia stata adeguata? Rivolgendoci al Contact Center o inviando ulteriore richiesta ad Ivass.
Ivass e la pandemia.
A giugno 2020 il presidente Ivass Daniele Franco, nel corso della presentazione della relazione annuale 2019, visto il crollo dei sinistri stradali pari a circa il 50% auspicava ed incitava le compagnie assicurative al rimborso delle assicurazioni auto dei mesi non goduti.
Ad ottobre 2020 il consigliere Ivass Cesari in una analisi pubblicata da diversi siti di informazione assicurativa mostrava preoccupazione per alcuni ed ulteriori ambiti. Tra questi: i bassi tassi d’interesse (ramo Vita), la sottoassicurazione danni ed il cyber risk. A questi si sono aggiunti il rischio distributivo, protection gap, una distribuzione che si sta ibridando e diversificando, una maggiore attenzione per il rischio salute. Nulla sull’azzeramento del rischio di cui hanno beneficiato le compagnie assicurative durante il lockdown.
Ad oggi, i rimborsi sembrano svaniti. Così come pure, a fronte dei numerosi reclami inoltrati, risultano notevolmente rallentate e maggiormente osteggiate le procedure risarcitorie.
Smart working Ivass cosa è cambiato
Lo smart working ha ovviamente interessato anche Ivass ed i suoi dipendenti. Così, nel corso del 2020, a seguito delle numerose richieste inoltrate al Contact Center è accaduto esattamente ciò che si è verificato con le compagnie assicurative. Molti liquidatori, lavorando da casa, lamentavano di non aver accesso a tutti i dati informatici necessari alla documentazione presente a sistema. Innumerevoli le telefonate con l’anonimo di liquidatori che chiamavano con i cellulari personali ed erano costretti ad oscurare il proprio numero. È emerso un dato: queste compagnie assicurative che vantano utili da capogiro non sono riuscite a dotarsi della necessaria strumentazione tecnologica. Così facendo hanno nascosto, dietro tali inspiegabili mancanze, le lentezze procedurali ed opposto dinieghi e lungaggini illegittimi ed inaccettabili. Lo stesso però è accaduto ad Ivass. Chi sanzionerà le compagnie assicurative per un gap che è comune allo stesso controllore?
Come andrà nel 2021?
Il 14 gennaio 2021 il Sole 24 ore annunciava che: “Assicurazioni: consumatori, 241 siti fake ma Ivass non ha potere di chiuderli”. Insomma le attività di vigilanza si orientano su ambiti ulteriori. Di rimborsi, però, non si parla più.
Cosa resta da dire? Reclamiamo, reclamiamo, qualcosa accadrà.
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