Assicurazione, Curiosità

Preventivass: sarà uno strumento perfetto quando darà tutte i prezzi Rc auto

È online Preventivass, il preventivatore pubblico Rc auto creato da Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) e Ministero dello Sviluppo Economico. Un’applicazione web (non un’app per smartphone) che consente di confrontare i prezzi delle coperture assicurative relative al contratto base.

Ma non è ancora perfetto. Oggi, fornisce solo alcuni prezzi di altrettante compagnie. Diverrà uno strumento senza difetti quando darà tutte le tariffe di tutte le imprese del mercato, che dovranno per forza partecipare: lo dice la legge.

Il consumatore mette a confronto la Rc auto standard, identica per tutti, senza l’odiosa penale per chi si rivolge al carrozziere indipendente. In più, si aggiungono eventuali condizioni e clausole proposte dalle imprese di assicurazione operanti in Italia nel ramo Rca.

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Curiosità

CAVALLI DA TIRO.. E CAVALLI VAPORE

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Le auto di odierna produzione sono dotate di motori la cui potenza rispetto alla cilindrata è notevolmente aumentata rispetto al passato. Ciò è dovuto allo sviluppo della tecnologia con i traguardi della tecnica nella invenzione di nuovi sistemi di iniezione del carburante, nella fasatura variabile delle valvole, nell’utilizzo del turbocompressore, ecc…

E’ interessante, dunque, sapere come nasce l’unità di misura della potenza di un motore definita appunto cavallo vapore e qual è il suo valore equiparato ad altre unità di misura. Non dobbiamo però dimenticare che quando siamo alla guida la prudenza ed il rispetto delle norme del CdS debbono prevalere sulle prestazioni dell’automobile.

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Curiosità

L’ASR: il Sistema Antislittamento. Contro la perdita di motricità delle ruote

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Il sistema ASR Anti-Slip-Regulation (noto anche come TCS Traction Control System) è stato introdotto alla fine degli anni ’80, precisamente nel 1987 dalla azienda tedesca Bosch ed ha iniziato a trovare impiego e diffusione nelle automobili a partire dagli anni ’90.

La sua funzione è quella di evitare che le ruote pattinino, slittino in fase di accelerazione, garantendo aderenza agli pneumatici e dunque trazione alle ruote, così da permettere al veicolo di procedere nella marcia.

Il sistema è gestito elettronicamente, ed è costituito da dei sensori collocati su ogni ruota, da una centralina elettronica che è il cervello del sistema, collegata alla centralina del motore; la sua azione può avvenire in due modi: 1- operando sulla alimentazione del motore, riducendo la velocità delle ruote o intervenendo sull’impianto frenante che deve essere dotato di ABS (frenando la ruota o le ruote che slittano); 2- oppure con la duplice funzione cioè intervenendo sull’alimentazione e sui freni.

Il dispositivo favorisce altresì la conservazione degli pneumatici che a causa del pattinamento si usurano più rapidamente nel battistrada. Viene utilizzato sia sulle auto con due ruote motrici (trazione anteriore o posteriore) che su quelle a trazione integrale, e si rivela particolarmente utile sulle auto di grossa cilindrata e potenza come le auto sportive e supersportive.

Quando interviene sui freni Continua a leggere “L’ASR: il Sistema Antislittamento. Contro la perdita di motricità delle ruote”

Curiosità

Tra tante creme.. una per “riparare” i graffi della tua auto..

“Venghino Signori… Venghino…, il prodotto dell’anno vi aspetta!”

crema 1Promette miracoli, e le guarigioni inspiegabili di cui si parla tanto in tv, nei programmi di intrattenimento o di attualità… sono niente in confronto ad esso, lanciato sul mercato pochi mesi orsono e che dovrebbe rendere felici tutti gli automobilisti. Un prodotto che, da come è stato presentato e pubblicizzato negli spot televisivi, sembrava essere foriero di una rivoluzione nell’ambito delle riparazioni alle carrozzerie delle auto. Il nome del prodotto (Renumax) ricorda le creme contro i dolori reumatici disponibili in farmacia; esso si propone di far sparire i graffi superficiali e riparare quelli più profondi sulla carrozzeria, insomma una sfida alle migliori creme da viso contro le rughe dell’invecchiamento.

Si usa come un banale lucido da scarpe

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Curiosità, News

Come definire l’incidente stradale?

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“La Convenzione di Vienna del 1968 definisce l’incidente stradale come un evento in cui rimangono coinvolti veicoli, esseri umani o animali fermi o in movimento e dal quale derivino lesioni a cose, animali, o a persone”.

La definizione di incidente stradale, offerta nel lontano 1968 dalla Convenzione di Vienna, e non aggiornata, a distanza di 50 anni dalla sua prima elaborazione, pur nell’evidente trasformazione del traffico dovuta ad una costante e sempre più larga diffusione dei veicoli in circolazione nel Vecchio Continente, ed in Italia, per quel che ci riguarda, a partire dai primi anni del boom economico, fino ad arrivare ai giorni nostri con lo sviluppo delle prestazioni e delle dimensioni di essi, nonché dell’alto numero degli incidenti e delle vittime, risulta essere incompleta e così insoddisfacente dal punto di vista informativo, in quanto essa riferendosi, per il rischio a cui l’utente della strada è soggetto, ad un effetto (nella fattispecie l’incidente) non descrive, almeno genericamente, la causa o le cause che lo producono.

L’enunciato, infatti, totalmente privo di costrutto, (il senso della frase è vuoto di significato, perché al soggetto ossia alla nozione non segue il predicato cioè l’argomento) si ferma al dato in sé, non pervenendo, ahinoi, al focus della problematica che rimane una delle più gravi, del nostro tempo, visto che in gioco sono la salute e la vita delle persone; infatti, a causa degli incidenti stradali, ogni anno, vi sono nel Mondo circa 1.300.000 morti.

Ma vediamo come definire precisamente il concetto di “incidente stradale” così da spiegare, una volta per tutte, il suo contenuto semantico ossia il valore significativo di esso, che solo una sua corretta ed esauriente definizione può fornirci.

“Nella circolazione stradale si definisce incidente ogni fatto od evento accidentale o volontario, detto più comunemente sinistro – in cui possono rimanere coinvolti, da fermi o in moto, persone, veicoli ed altro – dal quale possono scaturire danni a cose (es. lieve o grave danneggiamento di uno o più veicoli, strutture e cose esterne alla sede stradale, ecc…) a persone (lesioni fisiche di lievi o gravi entità, morte), ed animali.

Dal punto di vista giuridico, deve considerarsi incidente anche la condotta di guida che, pur non causando materialmente un sinistro, influisce negativamente sulla sicurezza stradale turbando il regolare andamento della circolazione.   

A provocare gli incidenti, dunque, possono essere un cattivo uso della strada da parte degli utenti, dovuto al mancato rispetto delle norme previste dal Codice della Strada o per la carente manutenzione dei veicoli da essi guidati (sinistrosità episodica dovuta alla diretta responsabilità dell’utente in ordine alla guida e allo stato di manutenzione del veicolo) o più cause connesse tra loro, relative anche a problemi o anomalie del sistema della circolazione, che non garantiscono la sicurezza necessaria ad evitare che essi si verifichino (sinistrosità sistemica per inadeguata efficienza della circolazione confermata da una sua progressiva degenerazione, riscontrabile dall’ingravescente andamento dei dati statistici relativi alla violazione delle norme del CdS, alla numerosità degli incidenti ed agli effetti deleteri di essi sulla salute e la vita delle persone, direttamente e indirettamente coinvolte).

Cause sistemiche della incidentalità stradale, in quanto fenomeno condizionato e non episodico, ossia non a sé stante, quindi non imputabile primariamente al comportamento del conducente, sono: la errata progettazione e la scarsa manutenzione delle strade ivi comprese le pertinenze di esse; la assenza di manutenzione e sostituzione, la sbagliata, ingannevole o mancata collocazione dalla segnaletica, nonché la insufficiente informazione offerta dalla medesima per una sua ormai vecchia ed inattuale concezione; la scadente e dunque superficiale formazione educativa dei neoconducenti da parte degli enti preposti a tale compito; il limitato numero dei controlli stradali da parte delle Forze dell’Ordine ed ancora sul piano repressivo, le inadeguate sanzioni previste dal CdS per la violazione delle norme relative alla sicurezza, a cui fa da corollario un generale senso di impunità suffragato quest’ultimo, anche dalle pene irrisorie comminate a carico di chi, per via della sua illecita condotta di guida, causa la morte di una o più persone” (F.B.).

In ultimo, è sconcertante rilevare che la definizione di “incidente stradale”, da me qui nitidamente esposta, così importante sul piano informativo e didattico-educativo oltre che giuridico, non è menzionata nel CdS, quando dovrebbe esserlo (in virtù dell’art.1, commi 1 fino a 5 e l’art. 140), all’art. 3, che enuncia appunto le “Definizioni stradali e di traffico”.  

Quali sono, a questo punto, gli interventi che si possono attuare, nel breve termine senza incidere gravemente sul bilancio economico dello Stato, affinché si riduca il numero degli incidenti e conseguentemente le vittime da essi causate?

Il primo passo è la prevenzione, ponendosi in essere, con essa, tutti quei provvedimenti e quelle azioni, di tipo informativo ed istruttivo, atti ad accrescere il senso di responsabilità degli utenti (Educazione stradale) al fine di circoscrivere praticamente, con il loro coscienzioso contributo nell’uso della strada, le condizioni e le circostanze che portano al verificarsi del sinistro, e si condensa essenzialmente in tre punti: 

1. miglioramento e sviluppo della formazione educativa nelle scuole e nelle autoscuole;

2. aumento dei controlli sulle strade da parte delle Forze dell’ Ordine;

3. miglioramento della segnaletica.

Il secondo passo è la repressione, che mira a contrastare, attraverso lo strumento punitivo delle sanzioni pecuniarie ed accessorie e delle pene detentive, le condotte di guida, perlopiù riconducibili ad azioni volontarie, violanti le norme relative alla sicurezza del CdS. Gli interventi di tipo repressivo che possono attuarsi sono:

1. inasprimento delle multe (sanzioni pecuniarie) per le violazioni alle norme sulla sicurezza stradale;

2. introduzione di nuove forme sanzionatorie di tipo accessorio per le violazioni alle norme sulla sicurezza stradale;

3. applicazione delle pene detentive per chi causa la morte di una o più persone, come previsto dalla legge che recentemente ha introdotto il reato di omicidio stradale. Di Fabio Bergamo (www.fabiobergamo.it).

Foto: rihardzz / 123RF Archivio Fotografico

Assicurazione, Curiosità

Have nice #Christmas

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Il telefono la “tua” croce: è quello che mi viene in mente quando inizia la serie di telefonate ai call center delle compagnie assicurative.
“Il messaggio è gratuito ma se chiama da rete fissa c’è un costo, se chiama da cellulare il costo dipende dall’operatore”. Insomma un messaggio gratuito che mi dice quanto mi costa avere una informazione che è mio diritto ottenere. Cominciamo bene!
Per denunciare un sinistro auto selezionare il tasto 1, per informazioni su un sinistro già denunciato selezionare il tasto 2,per non perdere la pazienza? Recitate formule da meditazione ascetica o anche un “ohm, ohm” che ci sta sempre bene.
Resisto, finalmente del sano  jazz quando:” Buongiorno sono Giorgia come posso aiutarla? Boom. Cade la linea!
Aiutarmi?
Potrebbe ricaricare il credito che m’ha soffiato solo per aver cercato di non perdere la graziosa priorità faticosamente acquisita. Contattare un call center assicurativo non è sempre una passeggiata di salute.
Perché chiamare?
Informarsi sull’apertura del sinistro, conoscerne il numero o il nome del liquidatore responsabile o anche solo lo stato dell’arte. Per svelare così tutti questi preziosi dati, in mancanza di una sfera di cristallo o di poteri di preveggenza, tocca impegnare il proprio tempo nell’attesa di Godot. Alcuni, però, hanno un costo e, francamente, non se ne comprende l’opportunità o, forse, la si comprende fin troppo.
Così, novello pistolero da Far West pronto all’ultima sfida, armato di cordless e cellulare, mi accontento di sostituire le gloriose musiche di Sergio Leone  con colonne sonore martellanti, pur di ottenere informazioni costose ed indispensabili.
Resti in attesa per non perdere la priorità: Have nice dayyy..tatatatatata…
È solo il preludio a minuti interminabili di raccomandazioni su polizze che ti proteggono in caso di terremoto, su errori da non commettere nell’invio del preventivo per non perdere il diritto al risarcimento.  Praticamente, dopo dieci minuti di attesa, neppure ricordi più per quale pratica stai chiamando e alla risposta sei quasi tentato di stipulare una polizza che non vuoi o chiedere scusa per qualcosa che neanche hai mai pensato di fare.
Se invece, resisti stoicamente, alla risposta dell’operatore puoi rimanere doppiamente sorpreso.
Perché?
Bhe’ accade quando scopri che hai inviato una PEC da settimane ma la richiesta non è stata ancora lavorata e tu, in buona sostanza, per loro, ancora non esisti. E come direbbero i napoletani “nun stai propr’ a nummer!”. Numero? Ma se io ho inviato la PEC, ho il numero di sinistro, forse “voi” state dando i numeri! E son davvero numeri!
Riprovi. Altro numero, altra assicurazione, altro call center: altra giostra. L’abusato valzer di Strauss, breve attesa, ops che gioia, “salve sono gaia come posso aiutarla?”. Comunichi il numero di sinistro, spieghi che da ottobre non hai più notizie e lei “sì vedo un affidamento nuovo incarico al perito ad ottobre”. E tu, sobbalzando dalla sedia:” Bene, siamo a dicembre, quindi?”. La povera Gaia, certamente meno zelante, si rassegna e ti comunica che provvederà a segnalare al liquidatore quanto accaduto”. È in quel momento che realizzi che è comunque anche l’ora di un pandorino&reclamino.
Nel frattempo?
Natale è alle porte, tutti parlano di bilanci di fine anno, le tue orecchie vanno a fuoco, wathsapp segnala centinaia di messaggi da leggere in chat di ogni sorta e tu pensi solo che forse, un buon risultato/regalo di Natale, sarebbe riuscire a non dare i numeri dopo un anno intero di “sfrenesiamenti” (esaurimenti) come questi.
Buon Natale a tutti o, parafrasando le musichette infernali: “Have nice…Christmas!”

 

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In copertina: foto wavebreakmediamicro / 123RF Archivio Fotografico

Assicurazione, Curiosità

Tagliando Rc Auto, cosa è cambiato

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Di seguito un’intervista pubblicata su ladiscussione.com. Buona lettura!

È ancora necessario esporre il tagliandino cartaceo dell’assicurazione automobilistica? Il dubbio è venuto a molti italiani, soprattutto nel timore di incorrere in multe per la mancata esposizione. Abbiamo girato la domanda a Luigi Mercurio, membro del Comitato Unito Patrocinatori Stragiudiziali Italiani e garante della piattaforma Oxygen.

La legge cosa dice?

In breve, l’art. 180 del codice della Strada al comma 1 stabilisce che per poter circolare con i veicoli a motore il conducente deve essere in possesso di vari documenti di circolazione e di guida, carta di circolazione o il certificato di idoneità tecnica alla circolazione del veicolo, la patente di guida valida per la corrispondente categoria del veicolo, poi alla lettera “d” si parla del certificato di assicurazione obbligatoria.

Dunque bisogna esporlo?

Dallo scorso 18 ottobre è stato abolito l’obbligo di esposizione del contrassegno di assicurazione Rc Auto, divenuto difatti digitale. Il controllo da parte degli organi di polizia, quindi, non avviene più attraverso la verifica del contrassegno, bensì attraverso il controllo elettronico della targa.

Il motivo di questa modifica è molto semplice: i tagliandi assicurativi di carta sono più facili da falsificare. Tale modifica ridurrà sensibilmente la commercializzazione di polizze contraffatte, fenomeno molto diffuso in Italia. Infatti, l’Italia vanta al 2014 un numero circa 4.000.000 di veicoli sprovvisti di regolare contratto di assicurazione.

Non vi sono altre indicazioni?

Si. nonostante ciò, come ha voluto chiarire il Ministero dell’Interno, rimane l’obbligo di avere in auto il certificato di assicurazione che dovrà essere esibito in caso di controllo da parte degli agenti. Inoltre, la circolare chiarisce che non c’è l’obbligo di esibire i documenti in formato originale, ma anche in copia oppure in formato digitale. In buona sostanza, non è cambiato tanto, a parte l’eliminazione del contrassegno. Tuttavia, in questa prima fase di mutamento, molte compagnie di assicurazione continuano a consegnare agli assicurati il tradizionale tagliando di carta, ma col tempo non verrà più consegnato.

Gli automobilisti che vorranno verificare la copertura assicurativa possono collegarsi al portale dell’automobilista, ilportaledellautomobilista.it. Esistono anche alcune app, free o a  pagamento, da scaricare sul proprio smartphone per poter effettuare il controllo della targa”. Di Marzio Di Mezza, http://www.ladiscussione.com

Attualità, Curiosità

Risarcimento diretto: La #polizza ti #incatena!

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Sappiamo che per legge chi pone in circolazione un veicolo a motore è obbligato ad assicurarlo. Bene.
Non ci risulta assolutamente che per legge un assicurato che subisce un sinistro stradale, in veste di danneggiato, sia “obbligato” a recarsi presso una carrozzeria imposta dal proprio assicuratore.

Ecco, però, quello che è accaduto stamattina al danneggiato di turno (ormai una consuetudine).

Ci contatta un’automobilista che, pochi giorni prima, aveva subito un sinistro stradale. La sua richiesta è stata diretta ed esplicita: “ho subito un sinistro e dopo aver consegnato il CAI in agenzia mi veniva riferito che in base al mio contratto sarei obbligato a recarmi presso il carrozziere convenzionato, pena la decurtazione del 10% sul risarcimento”. È vero tutto ciò? Io non ne sapevo niente, sono davvero vincolato dal contratto? E poi, mi scusi, mi designano una carrozzeria che si trova ad oltre 40 chilometri dalla mia residenza, invece, a due passi da casa, c’è il mio carrozziere di fiducia quello che conosco da quando ero piccolo e dove anche mio padre si è sempre rivolto. La prego mi dica cosa devo fare”.

Innanzitutto, è bene chiarire un concetto base. Lei non è ASSOLUTAMENTE OBBLIGATO a recarsi presso una carrozzeria convenzionata né obbligato a subire alcuna delle limitazioni che vorrebbero imporle.  Lei vanta un credito nei confronti del responsabile civile, cioè colui che ha provocato i danni alla sua autovettura! La sua assicurazione, nei casi di applicabilità del risarcimento diretto, come quello che ci ha descritto, si sostituisce all’assicurazione del responsabile per la gestione del sinistro, in virtù della cosiddetta procedura CARD, per poi rivalersi fino alla somma a forfait stabilita dall’accordo tra le compagnie aderenti a tale procedura.

Questa sostituzione comporta delle conseguenze in punto di diritto.

Infatti, la Rc Auto è regolamentata dall’art. 1917 C.C. e dell’attuale D. Lgs. 209/2005 “Risarcimento diretto” che, se pur obbliga stragiudizialmente l’assicurato a rivolgersi all’impresa con cui è stato stipulato il contratto assicurativo, prevede che “[…] a seguito della presentazione della richiesta di risarcimento diretto, l’impresa è obbligata a valutare i danni e a provvedere alla loro liquidazione per conto dell’impresa di assicurazione del veicolo responsabile […]” come viene esplicitamente riportato nel Quaderno 2 a pagina 6 dell’IVASS (organo tenuto alla vigilanza).

Sul punto va ricordata un’importante ordinanza della Suprema Corte, la n. 5928/2012, che recita: invero, l’azione diretta […] non origina dal contratto assicurativo, ma dalla legge, che la ricollega al verificarsi del sinistro a certe condizioni […]. Sicché, la posizione del danneggiato resta quella di chi ha subito un illecito civile […].

Tornando al suo caso le faccio un banale esempio: “le provocano un danno che comporta una costo di 2000 euro. Lei va dal suo assicuratore, in virtù della normativa vigente (quella del risarcimento diretto), per ottenere il pagamento e la risposta è la seguente:

 1) non le possiamo dare i 2000 euro, anzi lei è obbligato a riparare il veicolo dove vogliamo noi!

2)  Se non accetta e non vuole andare a riparare il veicolo dal nostro riparatore le decurteremo il 10% del risarcimento,  in pratica le pagheremo 1800 euro”.

 Quanto descritto rappresenta una vera e propria compressione della sua libertà di scelta del riparatore e del suo diritto al risarcimento del danno.

E’ semplicemente una procedura che lede il danneggiato, erroneamente  considerato solo “assicurato” dalla compagnia, così da imporne: condizioni contrattuali, delineando limitazioni e penali in caso di riparazioni del veicolo presso riparatori non convenzionati, o penali nel caso di affidamento di incarico a patrocinatori.

In tutti i casi emergono vere e proprie limitazioni arbitrarie della libertà del danneggiato: 1) limitazione della libertà di scelta del riparatore; 2) limitazione del diritto alla difesa nel caso di sinistro stradale. Praticamente  ASSURDO!

Occorre chiarirlo una volta per tutte: la sua assicurazione, in qualità di gestionaria della liquidazione del sinistro nella procedura di indennizzo diretto (o meglio “risarcimento diretto”), non ha titolo per opporle eccezioni che riguardino il contratto assicurativo!

DA RICORDARE: in materia di #‎RcAuto ci assicuriamo per non subire danni al nostro patrimonio quando provochiamo danni a terzi. Le clausole che trovate nei Vostri contratti necessitano di apposita approvazione, soprattutto quelle che limitino la responsabilità, devono essere oggetto di specifica contrattazione. Devono essere illustrate, l’assicurato deve essere informato sulle conseguenze. In caso contrario non avranno valore e sarà come non vi fossero mai state apposte.

Il giusto #‎risarcimento resta un Vostro diritto!

Curiosità, Risarcimento danni

Gli attori del sinistro: Il Patrocinatore Stragiudiziale.

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Per chi ancora non lo sapesse, per chi ancora ha dubbi su questa figura, ecco un identikit perfetto.

Tratto dalla rubrica “Rosa Sinistro” di carrozzeriaautorizzata di seguito vi riportiamo l’ultimo articolo che stavolta, dopo quello sul perito assicurativo, descive perfettamente la figura del Patrocinatore Stragiudiziale.. Buona lettura

Scena nona. Atto primo: Il patrocinatore stragiudiziale, non é una parolaccia.

Sconosciuta eppure sempre più centrale nel processo risarcitorio, indovina chi? Il Patrocinatore Stragiudiziale

Un sinistro, lo si è detto e ridetto non è certamente esperienza auspicabile. Assodato-il-dato, nasce comunque l’esigenza di saperne quanto più è possibile per tutelarsi al meglio in caso di necessità (stop agli scongiuri!).
Tra le figure che possiamo incontrare ve ne sono alcune che rischiano di essere ancora sconosciute ai più. Proviamo con il vecchio gioco “indovina chi?” (evitando il trito e ritrito “ha i baffi, ha il cappello? E’ John!”)?

Primo indizio: frequentano anche loro i temuti liquidatori che, per par condicio con gli avvocati, non ottengono grossa simpatia. Sono ahimè invisi anche agli avvocati che li conoscono e ne temono la concorrenza. Sono una notevole risorsa per danneggiati ma anche per carrozzieriche beneficiano così di una figura, a volte, più tecnica e più vicina alle esigenze del caso.
Nessuna idea? Siete allo stremo? Vagate nel buio? Vabbè ecco a voi il patrocinatore stragiudiziale: questo sconosciuto! In principio liquidatori ed avvocati fiduciari lo “liquidavano “ perché, a loro dire, sfornito niente poco di meno che: dello ius postulandi (altra curiosa locuzione , lo so).
In pratica, pareva possibile eliminare la temibile categoria emergente (non stupiamoci, ne esistono anche fuori dal Festival sanremese.) semplicemente attribuendo ai soli avvocati il potere di stare in giudizio in sostituzione, nel caso specifico, dei danneggiati. Così non è ma, sono certa, che l’eccezione fosse solo un pour parler perché in effetti la normativa in proposito è chiara!

Il patrocinatore stragiudiziale è una figura professionale che opera da molti anni in tutto il territorio nazionale . Riconosciuto “ufficialmente” con la legge n.4 del 14 gennaio 2013 e con la normativa UNI 11477 con la quale si certifica la professionalità e si delimita la competenza dei patrocinatori stragiudiziali, ossia esperti in risarcimento del danno.
Insomma il patrocinatore esiste, e’ un professionista in carne e ossa, si muove intorno a noi ed occupa la sua buona fetta di mercato.
Nel settore dell’infortunistica stradale, in particolare, assiste il cliente nel complesso iter del risarcimento danni dalla prima lettera di messa in mora sino alla definizione del quantum.
Dunque “liberi professionisti che forniscono ai danneggiati attività di valutazione, consulenza e trattazione stragiudiziale di pratiche relative a risarcimento danni o indennizzi derivanti da incidenti o infortuni di ogni tipo e da rappresentanti di altre associazioni professionali“( Titolo I, art.3 Statuto C.U.P.S.I.T.).

Eppure il riconoscimento legislativo fa a pugni con la confusione che regna sovrana. Ecco allora periti assicurativi che in barba alle differenze operano con “l’attivo” e, perché no, anche conil passivo“. Sembrerebbero ignari di esercitare due professioni ben distinte. Nel primo caso sono veri e propri patrocinatori stragiudiziali, nel secondo caso, a mo di dottor Jekyll e Mister Hide, ritornano periti assicurativi.
Ci sono poi le missive recanti l’intestazione al “gentilissimo avvocato“. Sì perché l’Italia è imbrigliatissima dai titoli, arenata negli ordini professionali, costretta da albi.

Tutti legacci vecchia maniera, roba d’antan che l’Europa non ci invidia affatto e che noi, ostinati, preserviamo.

Sarà l’idea illusoria di sentirsi maggiormente tutelati, garantiti da una maggiore professionalità o sarà che, invece, subiamo il subdolo e temibile “bisogno indotto“. Un bisogno che ci fa avvertire come necessario l’aumento spropositato degli anni di studio, dei master, degli stages e di tutto quel che può allontanarci dal vero ingresso nel mondo del lavoro. Infondo, qui da noi, a chi importa se sai quel che fai? E se magari lo fai anche bene? W la concurrence! ” Di Elena Bove

Per leggere gli articoli della colorita rubrica “Rosa Sinistro” clicca qui.

Curiosità

Gli attori del sinistro: l’agente assicurativo

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Non potevo non condividere sul blog il primo articolo della nuova rubrica di carrozzeriaautorizzata a disposizione dei carrozzieri. La rubrica si chiama “Rosa sinistro” e la tiene Elena Bove, eccezionale avvocato beneventano che contribuisce ad arricchire anche il nostro blog con i suoi appassionanti e gradevoli articoli.

La colorata rubrica analizzerà gli attori del sinistro, dando consigli sul come comportarsi; un bel modo per far conoscere agli automobilisti i propri diritti e doveri.

Intanto noi condividiamo il primo post e, augurandovi una buona lettura, vi invitiamo a condividerlo.

“Gli attori del sinistro: l’agente assicurativo

In caso di incidente chiamare l’assicuratore è la mossa sbagliata: vediamo perché con l’obiettivo di analizzare tutte le fasi del sinistro stradale.

Sei alla guida della tua autovettura, patentato da anni, sicuro del fatto tuo. Il tuo gioiello, gelosamente custodito, ha anche lui qualche anno ed il suo, per te, è un valore inestimabile. Protetto amorevolmente dal freddo e dal caldo eccessivo in garage, lavato con accuratezza ogni weekend nulla porrà mai fine al vostro idillio.

Ecco però che un giorno, sulla tua strada accade il fattaccio: il sinistro stradale.

Già solo il termine “sinistro” non promette nulla di buono. Sei certo delle tue ragioni come sei certo della grande amicizia che ti lega all’assicuratore che da anni protegge te e la tua adorata (autovettura), dunque, nessun timore.

Chiami avvertendo dell’accaduto, come se chiamassi la tua mamma in ansia e segui i loro consigli: abbandona strane idee e recati subito da mamma-assicurazione!

Ti senti in una botte di ferro e corri in agenzia. Lì e, solo lì, compilerai il CAI quell’odioso e incomprensibile foglietto custodito e dimenticato in auto (che ha preso il posto del vecchi CID). Non ti importa di cosa dovrai scrivere l’importante è che il risarcimento arrivi subito e che tutto ritorni come prima.

Ecco, se questa storia avesse anche un audio, una sirena tipo quelle dell’allegro chirurgo avrebbe già suonato tanto da renderti isterico.

Dobbiamo, però, cominciare con lo sfatare qualche “falso mito”.

L’agente assicurativo presso il quale hai stipulato una polizza (che hai comunque l’obbligo di contrarre), foss’anche tuo fratello o la tua mamma, non è e non potrà mai essere un tuo amico.

Il tuo sinistro è per lui, prima ancora che per te, una voce di danno che dovrà gestire nel migliore dei modi. Ecco perché, ove mai il sinistro accadesse, è nell’immediatezza che devi “cristallizzare”(s’usa tanto nella cronaca dei giorni d’oggi) ciò che è appena avvenuto.

Ogni singola voce del modello CAI ha un’importanza fondamentale perché sarà il documento che racconterà l’accaduto. Le immagini delle autovetture coinvolte, la loro posizione saranno il corredo necessario. L’intervento delle autorità ulteriore tassello.

Anche in questo caso, però, scatta l’odioso audio. Le azioni da compiere sono molte e, per quanto in tanti sentano di possedere LA conoscenza è innegabile che la gestione di un sinistro richieda competenze specifiche, professionalità ad-hoc e di vario genere.

Faccio degli esempi, magari l’immagine risulta meno sfocata. Sottovalutare la delicatezza nel compilare il modello CAI significa cadere in un tranello da cui è difficile uscire. Capita spesso di trovarsi davanti a danneggiati che avanzano richieste di risarcimento danno e dopo, solo dopo, l’apertura del sinistro si scopre l’esistenza di un CAI doppia firma esibito dalla controparte e recante firma autografa. È la saga del “..mah..io non sapevo cosa firmavo..” o anche del gettonatissimo :”..sai l’agitazione..l’incidente..lo spavento…”  . Sappiate che quel CAI con quella firma vostra sarà usato contro di voi, per cui, leggete, leggete ed informativi, verificate prima di firmare e se siete in dubbio consultate un professionista”.

(Da www.carrozzeriaautorizzata.it)

Curiosità

Qualche suggerimento prima di partire in auto per le vacanze.

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Agosto, tempo di vacanze. Sia che si affronti un lungo viaggio, sia che si parta solo per pochi giorni è raccomandabile una buona manutenzione del proprio veicolo.

E’ importante ricordare che il fattore sicurezza è essenziale prima di mettersi in viaggio! Allora, come ogni anno vi proponiamo qualche suggerimento (sempre valido in ogni periodo dell’anno) per la manutenzione del veicolo prima di mettersi in viaggio.

E’ importante, sia per la vostra sicurezza sia per quella degli altri utenti della strada, sottoporre il veicolo ad un tagliando in officina, oppure quanto meno effettuare tutte le dovute verifiche.

Ecco allora alcune regole per non essere di pericolo per la propria incolumità e quella degli altri o quanto meno non rischiare di restare con il veicolo in panne.

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  1. Per chi vuole portare il veicolo in officina.

Un tagliando completo presso un’officina autorizzata o presso una di fiducia è, indubbiamente, la scelta migliore per non correre nessun rischio.

Le operazioni fondamentali sono:

  • verifica al motopropulsore;
  • cambio dell’olio e dei filtri (aria, gasolio, antipolline ecc.);
  • controllo dei freni (pastiglie, ecc.);
  • controllo efficienza degli ammortizzatori
  • equilibratura ruote e pressione degli pneumatici.
  • ricarica liquido dell’impianto di climatizzazione.

E’ evidente che tali operazioni hanno un costo, ma di regola un controllo all’autovettura va effettuato almeno ogni 20.000 / 25.000 chilometri circa, altresì, una volta l’anno. Allora perché non approfittarne e farlo prima delle ferie estive coincidente, plausibilmente, con il periodo di utilizzo dell’autovettura per lunghi spostamenti sia per ritornare nei luoghi natii, sia per tragitti verso mete marittime che montane.

I costi, ovviamente, variano in base alla tipologia e alla categoria dell’auto, costi che salgono se si necessita della sostituzione di gomme, degli ammortizzatori o altri ricambi.

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  1. Per chi vuole far da sé.

Se ritenete che l’autovettura non necessita di verifiche in officina o non è vostra intenzione portarla nemmeno per una verifica da un meccanico di fiducia, è senza dubbio consigliabile effettuare alcune operazioni al veicolo.

E’ opportuno verificare:

  • livello dei liquidi (olio motore, liquido radiatore), il liquido olio motore è verificabile attraverso l’apposita assicella, se manca di qualche “tacca” è opportuno effettuare un rabbocco; mentre il livello del liquido del radiatore si verifica dalle “tacche” della vaschetta di riempimento, anche in questo caso l’abbassamento del livello necessita di un rabbocco. E’ possibile acquistare l’olio ed il liquido refrigerante in negozi di ricambi oppure anche nei centri commerciali; è importante scegliere l’olio con la gradazione adatta al nostro motore (riscontrabile all’interno del libretto di uso e manutenzione).
  • il liquido lavavetri;
  • le spazzole tergicristallo, acquistabili sia nei centri commerciali che nei negozi di ricambi oppure anche presso gli impianti di rifornimento carburante;
  • la funzionalità dei gruppi ottici (proiettori, fanali, indicatori di direzione); averne almeno una lampadina di scorta può essere prudente, anche per evitare sanzioni da parte delle forze dell’ordine;
  • lo stato di usura degli pneumatici e dell’impianto frenante; se si è sicuri che sono in buono stato è sufficiente effettuare una verifica da un gommista per regolare la pressione degli pneumatici e magari effettuare anche l’equilibratura e la convergenza (sia per la sicurezza che per il piacere di guida);
  • i cerchi degli pneumatici, i quali non devono avere deformazioni, possibile causa di vibrazioni allo sterzo e perdita di pressione al pneumatico;
  • infine, da non sottovalutare nemmeno lo stato della batteria dell’autovettura; la durata media della batteria varia tra i 4 e 5 anni; quindi se la vostra è abbastanza datata, va sostituita con una nuova. E’ buona norma dotarsi di un paio di “cavi batteria” se la batteria decide di abbandonarci durante la vostra meritata vacanza.
  1. Per finire…

Un ultimo suggerimento può essere quello di sottoscrivere un servizio di assistenza (es. Aci Global o Aci Club, Autonoproblem stop&go di Europ Assistance ecc.) oppure stipulare una polizza assicurativa, infatti le compagnie offrono dei servizi assistenza, cosiddetti “pacchetti vacanza”.

Vi ricordiamo che avere il veicolo in ordine e ben manutenuto, è essenziale sia per la vostra sicurezza, sia per chi viaggia con voi che e per gli altri utenti della strada.

Di seguito vi riportiamo alcuni link utili dove ottenere informazioni su traffico, meteo, percorsi, autovelox e tutor e per avere assistenza nei casi di necessità.

Autostrade per l’Italia http://www.autostrade.it/it/home

Traffic Real time  http://www.autostrade.it/autostrade-gis/gis.do

Percorsi e pedaggi http://www.autostrade.it/autostrade-gis/percorso.do

Meteo http://www.autostrade.it/autostrade-gis/meteo.do

ANAS http://www.stradeanas.it/

Soccorso stradale ACI Global http://www.aciglobal.it/wps/portal/

Soccorso stradale Europ Assistance VAI www.vai803803.it

Infotraffic di Quattroruote http://www.quattroruote.it/traffico/.

Buon viaggio a tutti!

Curiosità, Formazione

“Guido anch’io” di Fabio Bergamo: giocoalbum per l’educazione stradale dei bambini

Salve a tutti.

Oggi volevo presentarvi l’opera ideata e scritta dallo scrittore Fabio Bergamo col contributo di Federcarrozzieri. L’obiettivo del giocoalbum “Guido anch’io” è quello di insegnare ai bambini l’educazione stradale attraverso il gioco. Si tratta di uno strumento didattico per trasmettere, agli alunni delle scuole primarie, la conoscenza dei segnali stradali: i piccini imparano e al contempo si divertono.

In viaggio con la sua automobilina
Il piccolo, con la sua automobilina che incollerà su un cartoncino, percorre un tragitto durante il quale conoscerà, pagina dopo pagina, i segnali nella loro forma e funzione. Li colorerà, rispondendo ai miniquiz. E completerà, la segnaletica orizzontale e verticale, servendosi delle figurine adesive.
fabio_bergamo_guido_anch_ioL’insegnante potrà dunque seguire gli alunni nel loro percorso di gioco che include le regole basilari dell’educazione stradale. È prezioso che i piccini abbiano già una conoscenza consapevole della sicurezza stradale”: tutti i rischi connessi al mancato rispetto dei cartelli. Rischi per se stessi e per gli altri utenti della strada. Perché quei bimbi un giorno saranno genitori, con responsabilità importantissime quando si viaggia in auto. Un altro fine del giocoalbum “Guido anch’io” è incentivare il senso di responsabilità individuale e collettiva e far crescere dentro il piccolino le motivazione per guidare in modo sicuro, per essere un ciclista, uno scooterista o un pedone rispettoso delle regole.

Chi è l’autore
Fabio Bergamo (Torino, 1972) è uno scrittore che ha avanzato diverse interessanti proposte a favore della sicurezza stradale: in particolare, lo Stop Avanzato che perfeziona lo stop mettendo in comunicazione i veicoli che hanno la precedenza con quelli che intendono impegnare l’intersezione. Ma anche l’Indicatore di Tenuta del margine destro per ricordare ai conducenti di guidare in prossimità del margine destro della corsia ai fini del reale mantenimento della distanza di sicurezza. e che favorisce nei conducenti l’osservazione dei segnali stradali. Utile pure l’indice di pericolosità stradale IPS, che con due livelli informa del pericolo nella sua gravità (col 1° livello si guida nel rispetto delle norme; col 2° la guida sarà effettuata in massima prudenza). (fonte: blog ilcarrozziere.it)

Il libro in sintesi
PAGINE DELL’ALBUM: 24 a colori + gli adesivi
COPERTINA: plastificata a colori

Per informazioni ed acquisto
Fabio Bergamo
E-mail: info@fabiobergamo.it
Tel. 334 8148826

Attualità, Curiosità

La Distanza di Sicurezza

E’ possibile migliorare la sicurezza stradale intervenendo sui regolamenti e sulla segnaletica stradale? Fabio Bergamo, scrittore impegnato da molti anni sul problema della sicurezza stradale, è convinto di sì! Infatti, il suo lavoro e le sue proposte elaborate vengono sottoposte  con sollecitudine all’attenzione del Ministero dei Trasporti. Di seguito un suo elaborato sulla distanza di sicurezza. 

“La Distanza di Sicurezza
Come fare educazione stradale attraverso i segnali”

 di Fabio Bergamo (*)

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La distanza da tenere dal veicolo che precede quello da noi guidato, che prende il nome di “distanza di sicurezza”, è alla base di una circolazione stradale regolata dalle norme del C.d.S. che prevedono il suo mantenimento e dettata ancor più dalla prudenza.

ImmagineIl suo obbligo è sancito all’art. 149 del C.d.S. che stabilisce al primo comma: “Durante la marcia i veicoli devono tenere rispetto al veicolo che precede una distanza di sicurezza tale che sia garantito, in ogni caso, l’arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono”.

Ma vediamo i fattori che ci permettono di regolare correttamente la distanza di sicurezza e gli elementi che su di essa incidono negativamente e che, per conseguenza, sono alla scaturigine degli incidenti dovuti alla sua mancata o errata adozione.

La Distanza di Visibilità

La distanza di visibilità regolata sul “campo di visibilità” percepito appunto visivamente dal conducente deve essere sempre superiore alla distanza totale di arresto.

Il campo di visibilità del conducente dipende dalla conformazione stradale (tratto di strada rettilineo, curvilineo, incrocio, salita, illuminazione stradale, ecc…), dagli ostacoli esterni alla carreggiata, dal tipo di veicolo guidato, la posizione del conducente all’interno del veicolo, dai veicoli che precedono, ecc…

La Distanza Totale di Arresto

ImmagineLa distanza totale di arresto è la distanza fisica (e non teorica come nella distanza di visibilità che varia a seconda della situazione) che occorre al veicolo in movimento di arrestare la marcia, mediante l’uso del freno di servizio, senza causare un urto od un incidente con un altro veicolo o un ostacolo imprevisto. Essa è costituita dalla distanza di reazione (tempo e spazio di reazione) e dalla distanza di frenatura.

La distanza di reazione detta più comunemente spazio di reazione è data dai riflessi quindi dai tempi psico-tecnici del conducente nell’intervenire sui freni dal momento in cui percepisce il pericolo oltre che dalla velocità con cui il veicolo procede (spazio di reazione).

I tempi di reazione o psico-tecnici di un conducente oscillano tra gli 0,5 e gli 1,5 secondi: una persona in condizioni fisiche e psichiche normali ha un tempo di reazione pari a 0,7 secondi (sette decimi di secondo) che viene arrotondato a 1 secondo (tempo di reazione medio).

Lo spazio di reazione è invece proporzionale alla velocità: a 30 km/h lo spazio di reazione è di 9 metri, a 60 km/h è di 18 metri, a 90 km/h è di 27 metri, a 120 km/h è di 36 metri. In altre parole nel tempo di 1 secondo che occorre al conducente di intervenire sui freni dalla percezione del pericolo, lo spazio o distanza di reazione varia a seconda della velocità tenuta dal veicolo.

Per conoscere la distanza totale di arresto, alla distanza di reazione bisogna sommare la distanza di frenatura che è lo spazio che occorre ad arrestare il veicolo dal momento in cui il conducente inizia a frenare. Esso è dato da diversi fattori: le condizioni del tratto stradale interessato con la relativa aderenza dei pneumatici, l’usura del battistrada, l’efficienza dei freni e degli organi di sospensione, la velocità ed il carico del veicolo, la presenza dei sistemi elettronici di controllo e regolazione della frenata come il dispositivo ABS che impedisce il bloccaggio delle ruote, ecc…

Si tenga presente che la distanza di frenatura è proporzionale al quadrato della velocità (se si raddoppia la velocità la distanza di frenatura aumenta, per moltiplicazione geometrica, di ben quattro volte, per esempio: a 50 km/h la distanza di frenatura, su fondo stradale asciutto e con aderenza normale, è di 17 metri, a 100 km/h è di 68 metri; se la velocità triplica la distanza di frenatura è geometricamente nove volte più grande).

La Distanza di Sicurezza

Dalla distanza totale di arresto si deduce la distanza di sicurezza che è la distanza minima che deve tenersi dal veicolo che precede il proprio, e che equivale alla distanza percorsa nel tempo di reazione in base alla velocità e ai tempi psico-tecnici del conducente, mentre in situazioni in cui il rischio di incidente (tamponamento) è elevato deve essere pari alla distanza totale di arresto (distanza massima di sicurezza).

Essa va dunque regolata o meglio commisurata in base alla velocità del proprio veicolo e di quello che lo precede, alla scena stradale ossia alle condizioni del traffico, della strada e della visibilità, allo stato di efficienza dei freni, delle ruote, ecc.., al carico trasportato, al tipo di veicolo (massa), alla pendenza del piano stradale, alle condizioni atmosferiche, allo stato psicofisico del conducente, ecc..

La distanza minima di sicurezza, uguale allo spazio di reazione, può essere tenuta solo in particolari situazioni di guida, ossia in fase di sorpasso e quando i veicoli che precedono il proprio, transitano più o meno alla stessa velocità e ad una distanza, l’uno dall’altro, tale da evitare un tamponamento tra due o più veicoli (tamponamento a catena).

I DATI ALLARMANTI: soltanto nel 2012 a causa dell’errato mantenimento della distanza di sicurezza si sono verificati in Italia, 33.777 incidenti che hanno causato 325 morti e 55.447 feriti, rappresentando il 18% del totale degli incidenti, il 9% dei decessi e il 21% dei feriti  (DATI ISTAT).

I FATTORI DETERMINANTI:

Immaginead incidere negativamente sul mantenimento della distanza di sicurezza ci sono due cause principali che sono alla genesi del problema: la velocità dei veicoli ormai sempre più potenti e più ingombranti, in dimensioni, la corsia da essi occupata; il numero sempre più elevato dei veicoli circolanti che occupano longitudinalmente lo spazio necessario a che la distanza sia mantenuta correttamente.

I FATTORI di RISCHIO: sono le condizioni meteorologiche, lo stato della pavimentazione stradale ed il grado di pendenza della strada, l’efficienza del veicolo e il suo carico, i riflessi e le capacità del conducente, che possono tenersi in considerazione solo alla luce delle cause a priori e quindi fisiologiche citate, della riduzione della distanza stessa, che portano all’erroneo mantenimento di essa che, in quanto fenomeno, nel suo atto conclusivo, si manifesta nel sinistro ormai annunciato e non più evitabile.

Dunque, alla luce dei dati prima riportati, che non lasciano spazio a dubbi, visto che a causare tali sinistri sono conducenti regolarmente patentati, è necessario comprendere il problema, prima come condotta di guida da adottare ai fini della prudenza, e poi, nell’eventualità della frenata, come spazio da lasciare dal veicolo che precede, evitando il tamponamento ed i danni conseguenti che tale evento comporta agli stessi veicoli e alle persone trasportate, alla luce del tipo e della mole di traffico che le strade oggi presentano (immaginiamo un tamponamento tra un SUV e una utilitaria che ne uscirebbe distrutta, come già la cronaca quotidiana dei giornali o della TV ci riferisce, e che mostra, tanto nel numero, quanto negli effetti micidiali più che solamente mortali dei sinistri, come non si possa parlare più di semplici incidenti).

L’Indicatore di Tenuta del Margine Destro per il corretto mantenimento della distanza di sicurezzaImmagine

Per ovviare al problema nei fattori che lo determinano, per poi passare al controllo di quelli che portano al suo concretarsi, attraverso la formazione, la prevenzione e i controlli stradali degli agenti delle forze dell’ordine, si può adottare l’ Indicatore di tenuta del margine destro, da me ideato: un segnale orizzontale, bianco di forma curvilinea, unito alla striscia che separa i sensi di marcia, avente lo scopo di ricordare, appunto, ai conducenti in generale e ancor più ai neopatentati, di guidare in prossimità del lato destro della corsia per garantire realmente, il mantenimento della distanza di sicurezza ed evitare altresì pericolosi sorpassi (esso risulta essere l’unico segnale tra tutti quelli già in uso, a permettere di osservare con più attenzione i segnali e rispettare ciò che essi indicano o impongono); può essere collocato sia dove la striscia è continua, sia dove è discontinua, e disposto alternativamente in un senso e in un altro, nelle gallerie, sui viadotti, nelle curve, nelle strettoie, in prossimità degli incroci, ecc. Può essere adottato sulle strade extraurbane e sui tratti più pericolosi all’interno dei centri abitati. Le auto di grandi dimensioni (SUV) infatti, gli autobus ed i camion ostruendo la visibilità obbligano, i conducenti a guidare sul margine sinistro della corsia (striscia di mezzeria) portandoli ad aumentare la velocità ed a ridurre, sempre di più, la distanza di sicurezza, con i rischi che ne conseguono.

 mercoledì 10 dicembre 2014

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(*) Fabio Bergamo (Torino, 1972) è uno scrittore impegnato da molti anni sul problema della sicurezza stradale. Tra le sue proposte già nelle mani del Ministero dei Trasporti ricordiamo: lo Stop Avanzato che perfeziona lo stop mettendo in comunicazione i veicoli che hanno la precedenza con quelli che intendono impegnare l’intersezione; l’Indicatore di Tenuta del margine destro per ricordare ai conducenti di guidare in prossimità del margine destro della corsia ai fini del reale mantenimento della distanza di sicurezza e non solo; l’indice di pericolosità stradale IPS, che con due livelli informa del pericolo nella sua gravità (col 1° livello si guida nel rispetto delle norme; col 2° la guida sarà effettuata in massima prudenza); la minisospensione della patente per correggere la condotta dei giovani conducenti prima che commettano infrazioni pericolose; la validazione del sorpasso a destra in autostrada per il corretto utilizzo delle corsie; il Logo della sua attività costituito da un casco e una cintura uniti insieme; il Privia Stop che con una luce inserita nella parte frontale del veicolo segnala il suo rallentamento ai pedoni che attraversano la strada, ecc.. Sta lavorando ad una proposta di legge sull’omicidio stradale ed ancora ad altro, sul suo sito trovate i dettagli del suo lavoro: www.fabiobergamo.it

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Curiosità, Mondo Perito

Incidenti stradali: quale la categoria più a rischio?

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Lo rileva uno studio della Kansas State University. Le giovani conducenti di autovetture subiscono più incidenti agli incroci e collisioni con i pedoni rispetto ai ragazzi.

Questi ultimi, invece, sempre secondo lo studio commettono più incidenti off road e durante la notte.

Quindi il sesso risulterebbe collegato ad incidenti gravi e mortali nei quali sono coinvolti giovani conducenti sia di sesso maschile che femminile.

Sunanda Dissanayake, professoressa di ingegneria civile alla Kansas State University, e Niranga Amarasingha, dottoressa in ingegneria civile, hanno ricercato le differenze e le somiglianze tra tutti i giovani coinvolti in incidenti automobilistici nel Kansas negli ultimi cinque anni. Le loro scoperte potrebbero aiutare a ridurre il numero e la gravità di questi incidenti, migliorando il materiale educativo utilizzato nelle scuole guida.

“L’età è uno dei più importanti fattori di sicurezza nelle autostrade, e i dati mostrano che le categorie d’età più coinvolte in incidenti stradali sono quelle dei giovani e degli anziani,” ha affermato Dissanayake. “I dati riguardanti i giovani sono in particolar modo allarmanti perché le persone a quell’età hanno l’intera vita davanti a sé e questi incidenti sono spesso gravi o fatali.”

Le ricercatrici hanno rilevato alcune differenze tra gli incidenti in cui sono coinvolti i ragazzi e quelli in cui le ragazze:

–       le giovani donne hanno il 66% di probabilità in più rispetto ai ragazzi di indossare una cintura di sicurezza;

–       le ragazze hanno il 28% di probabilità in più rispetto ad un ragazzo di viaggiare con una patente soggetta a restrizioni;

–       le giovani donne subiscono più incidenti agli incroci e collisioni con i pedoni;

–       i ragazzi subiscono più incidenti delle donne dopo il tramonto;

–       le ragazze hanno più probabilità di essere coinvolte in incidenti durante i giorni della settimana, mentre i ragazzi durante il week end;

–       I ragazzi subiscono più incidenti off road rispetto alle ragazze.

“Questi dati mostrano che le differenze di genere esistono tra i giovani guidatori quando si parla di sicurezza,” ha affermato Dissanayake. “Ha senso perché gli incidenti sono eventi casuali.”

Dissanayake e Amarasingha hanno recentemente pubblicato il loro studio, “Gender differences of young drivers on injury severity outcome of highway crashes,” nel Journal of Safety Research. É parte di uno studio più grande del Kansas Department of Transportation, o KDOT, riguardante il miglioramento della sicurezza in autostrada dei giovani guidatori.

Le ricercatrici hanno analizzato i dati raccolti e inclusi nel database degli incidenti del dipartimento dei trasporti dello stato, che contiene più di 150 variabili riguardanti tutti gli incidenti automobilistici riportati dalla polizia in Kansas. Hanno considerato i dati dal 2007 al 2011, l’anno più recente all’inizio dello studio, riguardanti gli incidenti che hanno coinvolto guidatori dai 16 ai 24 anni.

Dissanayake spera che questi risultati contribuiscano a migliorare la consapevolezza sugli incidenti oltre che a sviluppare materiale educativo mirato per i giovani guidatori di entrambi i sessi.

“Spesso incidono diversi fattori di rischio sui giovani guidatori maschi e femmine perché generalmente il loro comportamento e atteggiamento alla guida è diverso,” ha affermato Dissanayake. “Ciò potrebbe spiegare perché un genere ha più probabilità di essere coinvolto in un certo tipo di incidente rispetto all’altro.

Per esempio, i giovani guidatori potrebbero subire più incidenti off road perché questo tipo di incidente è più frequentemente collegato alle corse su strade rurali, un comportamento di guida proprio più dei ragazzi che delle ragazze.”

Fonte: Insurance Journal

Curiosità

INCREDIBILE: La moto mono-ruota!

ryno-1Va su una ruota, ha un motore elettrico ed arriva dagli Stati Uniti: si chiama Ryno ed è l’ultima “alternativa” urbana alle due e quattro ruote inquinanti. Costruito a Beaverton, nell’Oregon, città famosa finora soprattutto per essere la sede del quartier generale della Nike, Ryno si propone come mezzo ecologico a impatto zero che può muoversi non solo sulla strada ma anche su quasi tutti i percorsi ad essa alternativi, evita il traffico e va sul marciapiede. (Fonte: http://www.motorlife.it di Virgilio).

Per vedere altre foto della moto clicca qui.

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