Tempo ce n’è.
In questo stop forzato in tanti hanno dovuto “far di conto” più del solito.
Individuare le spese che potevano essere tagliate è stato lo sport casalingo che ha fatto sudare i più.
All’inizio si è trattato di richiedere i rimborsi per treni, voli e viaggi. Spesso il risultato è stato quello di ottenere un buono o voucher “a tempo”, ovvero spendibile entro un anno (come se si potesse preventivare un riutilizzo in tempi brevi. Stessa sorte per i biglietti di spettacoli teatrali.
Poi è stata la volta delle richieste a palestre e piscine perché se proprio lo sport non si può fare almeno il rimborso degli abbonamenti ce lo meritiamo.
Barcamenarsi tra richieste di sospensione del mutuo (con banche che si nascondono dietro i comodi “non abbiano ancora disposizioni chiare”) ed i tentativi di sospensione di finanziamenti vari è attività ancora praticatissima.
L’informazione ha teso la mano ai cittadini arenati nella matassa dei conteggi stilando liste di rimborsi richiedibili ed ottenibili.
Qualcuno si è spinto più in là spiegando anche il come ed il perché. Insomma come tutelarsi.
In buona sostanza tutto ciò che non risulta incluso nei decreti pubblicati dal Governo, può essere ricondotto alle regole generali contenute nel Codice civile e nel Codice del consumo.
Alla base vi è il diritto garantito dall’ art. 1463 del codice civile secondo cui “Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’ indebito”.
Parola d’ordine richiedere il rimborso. Già perché a tacere, in questi casi, si perde il diritto al rimborso. Allora, visto che di tempo ce n’era, vai col mambo.
Fatta questa scoperta sorge una domanda: e la rca auto?
Fino a qualche settimana fa ci avevano comunicato che potevamo beneficiare di un mese si proroga nel rinnovo. Benissimo. Ma cosa cambia? Se sono obbligato ad assicurare la mia auto ma poi l’auto è ferma o comunque circolo poco e niente posso chiedere un rimborso?
In tanti si sono interrogati. Ecco che da qualche parte è arrivata l’idea della sospensione della polizza. Ma c’è un ma. La sospensione non richiede solo che l’auto non sia marciante richiede anche che sia in un garage e non tutti ne posseggono uno. Inoltre non tutti hanno smesso definitivamente di guidare la propria auto.
La sospensione o la proroga di un mese non sono certo la risposta corretta al quiz.
Se per ogni contratto, a prestazioni corrispettive, abbiamo detto che possiamo richiedere un rimborso e ne abbiamo trovato il fondamento giuridico, perché non applicare anche alla rca auto questi stessi principi?
Così il Codacons si è mosso per segnalare la sperequazione.
Ania il 24 febbraio 2020 comunicava che: “ha attivato un’unità di coordinamento in stretta collaborazione con l’IVASS e le proprie Associate, al fine di monitorare la situazione e di predisporre le misure idonee a garantire i servizi assicurativi, a tutelare i lavoratori e la rete agenziale. In questo difficile momento – conclude la nota – l’ANIA e le sue Associate esprimono vicinanza alle popolazioni colpite e offrono la massima disponibilità a intraprendere e a supportare ogni iniziativa utile ad affrontare l’emergenza”.
Il 28 febbraio 2020 proseguiva, nel solco della precedente comunicazione, r-assicurando che la soglia di attenzione restava alta.
Dopo quasi un mese, il 20 marzo 2020 apprendevamo del sostegno offerto alle professioni sanitarie.
Il 24 e 25 marzo 2020 ricevevamo ulteriori rassicurazioni sulle misure approntate per garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro e consultavamo l’interessante contenuto dell’audizione tenutasi presso il Senato.
Ancora nulla sull’Rca auto dunque.
Il 15 aprile 2020 un nota di due pagine. Sarà la volta buona?
Rien a faire!
Le compagnie assicurative sono pronte a impegnarsi per « restituire alla collettività il beneficio derivante dal calo della frequenza dei sinistri », ha dichiarato l’ Ania.
Astrazione pura.
Dopo quasi due mesi tocca aspettare ancora.
Nel frattempo UnipolSai lancia la campagna pubblicitaria del momento: “Un mese per te. UnipolSai ti restituisce un mese di polizza Rca auto”.
In tanti ad esultare. Gli assicurati UnipolSai si sono sentiti subito diversi, privilegiati. Tutti gli altri hanno maledetto il giorno in cui hanno mollato UnipolSai.
E mentre si dividono su chi sia più fortunato, ancora una volta, è un’ associazione di consumatori, l’Unc, ad aprire gli occhi a tutti presentando un esposto all’Antitrust che ne accerti la correttezza.
Perché di rimborso in senso stretto non si tratta. È in realtà uno sconto, che riguarda un solo mese di polizza (ma non siamo fermi quasi da due?!) e per beneficiarne tocca riassicurarsi con UnipolSai che chiede fedeltà in cambio di uno sconto del solo 8,3%.
I conti non quadrano.
Ogni assicurato perde quasi 34,00 euro al mese. Da quando è stato decretato lo stop, gli automobilisti si ritrovano a pagare polizze rc auto di cui non possono usufruire. Dunque come dicevamo prima un contratto a prestazione corrispettive nel quale noi abbiamo pagato il premio(la nostra prestazione) ma non possiamo usufruire del servizio(la prestazione dell’assicurazione) per causa di forza maggiore. In più il premio pagato è stato calcolato sulla base di un rischio percentuale che si è poi drasticamente ridotto.
Secondo stime del Codacons gli incidenti sono diminuiti dell’ 80%. «Considerato che una polizza rc auto costa mediamente in Italia 404 euro (dato Ivass), ogni assicurato che in queste settimane ha dovuto lasciare la propria auto in garage a causa dei limiti agli spostamenti, perde ogni mese 33,60 euro di assicurazione, cifra che ovviamente risulta più elevata per i residenti delle città del sud e per i neopatentati, categorie che arrivano a pagare anche più di 1.000,00 euro all’ anno per l’ Rc auto – dice il Codacons – Se si calcola che in Italia risultano attualmente assicurate 39 milioni di autovetture, il danno economico per l’ intera categoria degli automobilisti raggiunge la cifra record di 1,3 miliardi di euro al mese ».
Insomma la legge dice che si può.
Le Associazioni dei consumatori spingono perché il Governo intervenga sulla questione perché temono la libera determinazione delle compagnie assicurative sulla materia.
Non finisce certo qui. Ci saranno nuove avvincenti puntate.
Tanto di tempo ce n’è.
Soprattutto per tutelare i diritti dei consumatori in quarantena.
Di Elena Bove
Sei stato fin troppo pacato…alla fine ci rimettiamo sempre…devi dire una cosa,in questo periodo cin mia moglie abbiamo approfondito i vari bonus di cui si parla..credimi che non c’è cosa più complicata che richiederli…pagine e pagine di scrittura, più leggi e più ti viene da dire..ci prendo o per il culo…abbiamo chiesto il preventivo per fare il cappotto con il 110% di detrazioni in 10 anni…da far venire il vomito..chi ci guadagnerà? Chi ha i soldi per comprarti il debito,fa noi son venuti a parlarci una finanziaria,ci ha proposto l’acquisto del nostro credito totale sulla spesa fatta..ti credo hanno il rimborso in 5 anni anziché 10 anni guadagnano il 10% ..ve6 da dire che non spendo nulla io..mi sono chiesto perché fanno questo tipo di discorso? Ovviamente gonfiano il totale della spesa,la ditta ed igni qualsiasi cosa serva per fare il cappotto della casa ci pensano loro…
Una truffa su un bonus..
Assicurazioni per l’auto grazie a Dio paghiamo 250 € annuali perche è dal 1999 che la facciamo online.. abbiamo risparmiato tanto quanto un utilitaria… potremmo parlare ore.. è uno schifo… farebbero prima a dire..ragazzi non abbiamo soldi..non tirar fuori bonus,scinti,tagli…mai visti dal lontano 1992
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