L’informazione è la strada maestra per giungere alla verità.
Ma per essere realmente informati, acriticamente edotti, e correttamente accompagnati lungo il percorso che conduce alla conoscenza è necessario analizzare tante notizie contrastanti.
Notizie che sembrano andare in direzioni differenti e possono, al contrario di quel che vorremmo, creare maggior confusione…o annebbiare la vista.
Ecco un esempio.
Da una parte l’annunciata nascita di una joint venture, chiamata “LC Servizi S.r.l.” che si pone l’obiettivo di creare una rete di centri tecnici per la stima dei danni e la gestione dei sinistri per conto di compagnie assicurative e flotte di noleggio.
Tra i servizi si parla della gestione delle perizie da remoto, la cosiddetta “Videoperizia”, e “Info Sinistri”.
Insomma una “novità” che lascia quantomeno perplessi. Perché le perizie da remoto e la video perizia in particolare aprono scenari a volte inquietanti che non sembrano affatto andare nella direzione annunciata: quella di una stima corretta dei danni. Di una veridicità dei rilievi da effettuarsi o della dovuta certificazione di una riparazione correttamente eseguita.
Soprattutto se confrontata con il lavoro che da mesi viene svolto presso il MISE dove dal 2 marzo a Roma presso il Ministero dello Sviluppo economico. Lavori che sono stati avviati in virtù di quanto previsto dall’art. 1 comma 10 della Legge Concorrenza cui è demandata la predisposizione delle “linee guida finalizzate a determinare gli strumenti, le procedure, le soluzioni realizzative e gli ulteriori parametri tecnici per l’effettuazione delle riparazioni dei veicoli a regola d’arte”.
Quindi da quest’altra parte una notizia di segno contrastante che mira a fornire maggiore trasparenza e chiarezza in materia.
Un tavolo promosso da 17 associazioni dei consumatori, al cui avvio era presente la dirigenza del Ministero dello Sviluppo economico, una delegazione di Federcarrozzieri e, in veste di osservatore, l’Ivass e nel corso del quale la stessa UnipolSai ha formalmente manifestato interesse per le tematiche del tavolo confermando la volontà di assistere ai lavori.
Lavori che proseguono e che, nonostante alcune forme di ostruzionismo, potranno condurre a risultati preziosi.
A questo punto mi chiedo, soprattutto rispetto alla prima notizia, come sia possibile che la categoria dei periti assicurativi resti inerme dinanzi alle azioni intraprese dalle compagnie assicurative (prevalentemente il loro datore di lavoro). Iniziative, di volta in volta, sempre più tese a sopprimere tale categoria attraverso l’avvento di nuove tecnologie per la stima dei danni ai veicoli (video perizie, perizie online, “selfie” perizie) e la continua riduzione delle parcelle arrivata ormai a minimi tariffari praticamente da “raccoglitori di pomodori…”.
È davvero necessario, indispensabile, una ribellione, una alzata di scudi compatta per ottenere reale libertà nell’esercizio della professione di perito ed offrire un apporto concreto nella consegna a tutti i consumatori di stime certificate, inoppugnabili e terze.
Vi ricordo che la “PERIZIA” è un indagine tecnico scientifica atta a stimare l’entità dei danni ed a verificare la dinamica del sinistro e stabilire le responsabilità al fine della ricerca della verità. Il perito (dal lat. peritus) è quella figura che, per la sua competenza e esperienza, è chiamata a svolgere un’indagine tecnica!
Una indagine che, ad oggi, vista la confusione indotta da alcune notizie, sembra un episodio della saga di Indiana Jones.
Per chi volesse approfondire, qualche spunto:
https://peritiauto.wordpress.com/2018/11/12/chi-giudica-le-riparazioni-a-regola-darte/
http://www.ilcarrozziere.it/blog/2018/05/riparazioni-a-regola-darte-prosegue-il-tavolo-al-mise/
L’ha ribloggato su APAID * http://www.apaid.it.
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Ciao Luigi, ma quali sono ora le associazioni “maggiormente rappresentative della categoria” dei Periti Assicurativi?
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Buongiorno. Il punto, a mio avviso, non è la rappresentatività della categoria dei Periti. Ci sono diverse associazioni presenti da anni sul territorio nazionale. Ti cito Snapis, Aicis e Sipa su tutte. Ho visto che anche Apaid è diventata una associazione di categoria.
Ma quali sono le strade percorse? Qual è la funzionalità e l’utilità delle associazioni di categoria (intendo tutte non solo le citate)?
Sono anni che sento discutere solo di parcelle, parcelle e parcelle…
Ma è indispensabile ripartire e lavorare per una modifica della legge, vale a dire “staccare” il cordone ombelicale da mamma assicurazione, che porti il Perito a diventare realmente una figura “terza” e indipendente dalle compagnie assicurative. Da lì potremmo affrontare i molteplici temi e magari mettere al primo posto la “PERIZIA TECNICA!”.
Saluti, Luigi
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