
Da qualche tempo si parla di una modifica al Codice della Strada. Una delle molte in vero. La proposta riguarda la cosiddetta “zona 30”. Al centro dell’intervento la riduzione dei limiti di velocità. Se la proposta dovesse essere approvata, nelle nostre città non si potranno superare i 30 km orari. Modificando l’articolo 142 del Codice della Strada si garantirebbe la riduzione «della congestione, dello smog, del rumore, dei consumi di carburante, dell’aggressività al volante». Un divieto che potrebbe essere sufficiente per dimezzare il numero di 2000 morti l’anno in incidenti stradali nelle aree urbane. Già perché purtroppo la velocità eccessiva costituisce causa diretta di un quinto circa di tutti gli incidenti ed è uno dei principali fattori che contribuiscono ad un terzo di tutti i morti sulla strada. Veniamo ai numeri. E’ stata calcolata la probabilità di incidente mortale se si viene investiti da un’auto a velocità differenti:
- Se è investito a 40 miglie all’ora (64,4 km/h), il 90 per cento dei pedoni viene ucciso
- Se è investito a 30 miglie all’ora, (48,3 km/h), il 20 per cento dei pedoni viene ucciso
- Se è investito a 20 miglie all’ora, (32 km/h), il 3 per cento dei pedoni viene ucciso
Procedere a velocità moderata potrebbe contribuire poi al risparmio di CO2 e di altre emissioni .Un gruppo di ricercatori della “Rete Globale delle Scienze e Tecnologie Ambientali”, guidati da a Jesus Casanova, ha scoperto che, la riduzione del limite di velocità a 30 km/h sulle strade urbane, non solo non ha alcun impatto sul tempo necessario per completare un viaggio in auto , ma riduce anche le emissioni nocive delle auto , perché meno di carburante viene bruciato.
Dunque meno incidenti stradali, maggiore rispetto per l’ambiente tutto con la semplice sostituzione dell’odierno limite dei 50 km/h, quello classico per i centri abitati.
Guardando poco lontano da noi scopriamo che le zone 30 sono molto diffuse in tutta Europa. Visitando il sito http://it.30kmh.eu/ si scopre che i cittadini europei si mobilitano da tempo per l’introduzione delle zone 30. In Italia la Fiab, Federazione Italiana amici della Bicicletta, sul sito http://fiab-onlus.it/bici/attivita/campagne-ed-interventi/limite-30.html, spiega come l’obiettivo sia estendere tale limite di velocità alle aree residenziali, senza limitarsi a singole zone. E’ sufficiente leggere gli innumerevoli articoli presenti sul sito per scoprire come in Belgio o in Inghilterra questa nuova regola sia largamente apprezzata ed utilizzata.
Fino a qui tutto bene.
Già perché sulla carta le opzioni positive sembrano innumerevoli ed indiscutibilmente positive.
Nei fatti accade, per ora, qualcosa di leggermente diverso. In molti comuni avviene infatti che il limite di 30 km venga utilizzato nelle zone impervie, in quelle caratterizzate da terreno sconnesso, errori di progettazione, o comunque da generica pericolosità Ecco così che il simpatico rimedio ai molti mali diviene l’odioso stratagemma dei comuni per ripararsi tra i meandri della “irresponsabilità”.
Modificare o non modificare?
Est modus in rebus, sunt certi denique fines – quos ultra citraque nequit consistere rectum: Flacco docet.
Di Elena Bove
L’ha ribloggato su PERITI AUTO http://www.peritiauto.it.
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Bisogna vedere poi gli obbiettivi tanto decantati siano azzeccati con le previsioni sul risparmio di carburante ed inquinamento, mentre, sicuramente emergerebbe un risparmio di decessi da incidenti stradali.
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