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Avvocati, ingegneri, periti industriali sul piede di guerra.. e i periti assicurativi?

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Sabato 13 maggio 2017 si terrà a Roma un’importante manifestazione che vede schierate insieme varie categorie professionali del nostro Paese, in primis gli avvocati che, rappresentati dall’associazione forense MGA (Mobilitazione Generale Avvocati) guidata dall’ Avv. Cosimo Matteucci, chiederanno ancora una volta al Governo di intervenire con opportuni provvedimenti, aventi come scopo la tutela della professione.

A danneggiare la professione forense sono diversi fattori: il sistema giudiziario poco efficiente nel suo funzionamento, una formazione universitaria per certi versi scollegata dalla realtà professionale che rallenta l’affermazione e quindi l’indipendenza lavorativa dei neo-avvocati, la disparità reddituale tra i nuovi avvocati e quelli già affermati, la stessa abolizione dei minimi tariffari a cui si aggiunge per certi versi, l’elevato numero di avvocati che produce inevitabilmente la diluizione dell’offerta delle prestazioni, la quale finisce per incidere sui loro profitti.

Tutti questi fattori peggiorano, anno dopo anno, la condizione dei giovani avvocati che sono obbligati ad interfacciarsi con la refrattarietà di tale realtà lavorativa. Ci sono poi i praticanti presso gli studi legali. Privi di reali tutele contrattuali ed alla mercé di datori di lavoro che, forti della loro affermazione sulla piazza, possono gestire i collaboratori come meglio ritengono in termini di retribuzione, quest’ultima non correlata all’impegno da essi profuso, ma basata sulla cosiddetta “gavetta” che sembra non aver mai fine.

La soluzione a tali problemi passa attraverso alcuni provvedimenti che vengono appunto portati all’attenzione degli organi politici e sindacali. Essi possono sintetizzarsi nei seguenti punti: una preparazione adeguata e qualificata; un contratto collettivo per i professionisti che lavorano presso gli studi professionali atto a contrastare il precariato, problema che nuoce sulla qualità del lavoro e dunque nel servizio offerto al cliente e che lede, in definitiva, la stessa dignità professionale; un sostegno ai redditi bassi da lavoro professionale; un equo trattamento fiscale e previdenziale per agevolare gli avvocati più giovani ad affermarsi ed a non rimanere nell’ombra di quelli che hanno già un nome.

Nella stessa situazione si trovano, in larga misura, anche le altre categorie professionali ed ancora molti lavoratori possessori di partita iva, e gli stessi Periti Assicurativi che si occupano di infortunistica stradale, a cui spetta il compito di quantificare economicamente i danni ai veicoli prodotti dai sinistri.

La loro attività rischia di essere fagocitata, letteralmente inghiottita dalle Compagnie di Assicurazione che, per ridurre gli importi dei risarcimenti per le riparazioni, stanno limitando fortemente l’indipendenza dell’intera categoria proprio nell’attività che invece deve garantire loro il massimo della libertà, ossia quella inerente la stima dei danni.

I Periti, dunque, da professionisti indipendenti, esperti e competenti nel valutare i danni, rischiano di essere ridotti a semplici impiegati esecutori della volontà delle compagnie di assicurazioni, ai quali è stato già dato anche un aggettivo per distinguerli da quelli indipendenti, che è appunto il termine “fiduciari”.

Uno scenario più che preoccupante, perché se la stima dei danni è vista come un costo per la compagnie di assicurazioni, e non più un diritto per l’utente assicurato, è facile comprendere che, controllando l’operato dei Periti, a farne le spese sarà la sicurezza perché le riparazioni non saranno più effettuate secondo il criterio del “lavoro fatto a regola d’arte” ma avranno un solo obiettivo: il risparmio dei loro costi.

Il “perito fiduciario” spalanca le porte al “carrozziere convenzionato” verso il quale saranno canalizzati i veicoli danneggiati dei clienti delle compagnie per le riparazioni “ad hoc”, perché la valutazione dei danni, sarà effettuata dal Perito, direttamente presso la carrozzeria la quale saprà come guidarlo nella stesura del preventivo di spesa. Insomma, siamo di fronte ad un sistema che si baserebbe su una vera e propria truffa, perché verrebbe meno la garanzia che solo un Perito libero ed indipendente può fornire: una stima trasparente e corretta dei costi delle riparazioni basata sulla concreta entità dei danni.

L’unica soluzione, ad una tanto scellerata quanto arrogante pretesa delle compagnie di assicurazioni, rimane la proposta di introduzione del principio che sancisce la “terzietà del perito assicurativo”, avanzata da associazioni riunite nella CARTA DI BOLOGNA. E’ necessario affermare, ancora una volta, quanto l’importanza del ruolo effettivo di Perito, per la tutela patrimoniale del cliente danneggiato e per la stessa sicurezza, sia fondamentale e non rimandabile né demandabile.

Foto: kurhan / 123RF Archivio Fotografico

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3 pensieri su “Avvocati, ingegneri, periti industriali sul piede di guerra.. e i periti assicurativi?”

  1. L’invito che faccio ai lettori alla luce di ciò che è scritto nell’articolo, è di rivolgersi ai carrozzieri indipendenti e di scegliere i periti che sono dalla loro parte. In questo modo avrete ed avremo la certezza che sia la stima che i lavori di riparazione saranno fatti con coscienza e serietà. Non dimenticate mai di scegliere liberamente, è un vostro diritto. grazie a tutti, Fabio Bergamo.

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